Nella notte tra il 22 e il 23 Febbraio il Cratere di Sudest ha prodotto il quinto parossismo eruttivo in 6 giorni, il nono dal 14 Dicembre 2020.
L’attività si è sviluppata seguendo lo stesso andamento dei precedenti, con esplosioni stromboliane che crescendo rapidamente in intensità e frequenza, si sono evolute rapidamente in alte fontane di lava che hanno raggiunto, e in alcuni momenti forse superato, il chilometro di altezza.
Come nel parossismo di sabato notte, l’attività esplosiva è stata prodotta da numerose bocche eruttive allineate lungo una direttrice orientata circa SO-NE, generando come un “ventaglio” di fontane di lava altamente spettacolari.
La colonna di materiale piroclastico si è alzata per diversi chilometri sopra la cima del vulcano e questa volta è stata trasportata dai venti verso nordovest.
Le colate di lava si sono messe in posto sia lungo la parete occidentale della Valle del Bove, sia alla base meridionale e sudoccidentale del Cratere di Sudest, così come alla sua base nordorientale. Quest’ultima è probabilmente di origine reomorfica (formata cioè dalla ricaduta di brandelli di lava molto fluida prodotti dall’attività esplosiva).
Da segnalare anche una piccola bocca eruttiva che si è aperta alla base orientale del Cratere di Sudest, alimentando un piccolo flusso lavico per alcune ore dopo la fine del parossismo. Questa bocca era ancora attiva alle prime luci dell’alba.